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Embedded Autonomy: la risposta ai ritardi legislativi

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22/04/2014:  Airbnb comparirà di fronte all’Attorney General di New York, Eric Schneiderman, nell’ambito delle indagni riguardanti la locazione  illegale di appartamenti in città. Obiettivo dell’inchiesta sono gli utenti di Airbnb  con inserzioni multiple sul sito, fattore che potrebbe indicare che gli stessi agiscano illecitamente per conto di terzi parti.  La startup californiana si è già detta impegnata a bandire dal proprio sito i responsabili di condotte illecite, ma ha puntualizzato che l’azione legale messa in atto contro di essa è “sproporzionata“, con riguardo alla quantità di informazioni richieste dall’amministrazione cittadina relativamente ai clienti del servizio.

La proposta di Airbnb alla città per la regolazione dei futuri rapporti è quella di introdurre una legislazione che regoli i contratti di affitto di durata limitata e permetta alla compagnia di raccogliere e versare le imposte sulla locazione a breve termine, contribuendo  alle entrate erariali di New York nella proporzione di 21 milioni di dollari all’anno.

19/04/2014:  la città di San Francisco propone l’introduzione di una legge che richiede ai proprietari di immobili che intendano offrire la propria casa in locazione per brevi periodi di iscriversi ad un nuovo registro. Vengono regolati anche la durata del soggiorno ed i requisiti minimi di sicurezza. “Non permetteremo che chi ha una seconda casa la trasformi per tutto l’anno in un ostello Airbnb”, ha dichiarato il Supervisore della città, David Chiu.  Airbnb afferma di essere già in regola con la maggior parte dei requisiti imposti dalla nuova legge e  che la proposta, per quanto non perfetta, è un passo avanti verso una regolamentazione equa e trasparente dell’house sharing.

13/02/2014: il consiglio comunale di Amsterdam introduce nuove regole che prevedono la possibilità per i proprietari di affittare la casa di abitazione su base occasionale.

Negli ultimi mesi si sono moltiplicati i casi in cui l’emergere di start up caratterizzate da modellli di business innovativi ha evidenziato il generalizzato ritardo della legislazione , a livello mondiale, nel rispondere alle esigenze di regolamentazione degli spazi aperti da iniziative imprenditoriali innovative: oltre a Airbnb, anche Uber, un servizio di noleggio auto con autista e ridesharing, si è trovata a combattere con legilsazioni restrittive ed inadeguate.

La differenza tra i due casi risiede nel tipo di relazione che si è venuta ad instaurare tra la compenente istituzionale, da un lato, e la controparte imprenditoriale privata.  Gli esempi di Airbnb a San Francisco, Amsterdam e, anche se in fase ancora embrionale, New York si muovono secondo il modello di relazione pubblico/privato definito “embedded autonomy”: i “policy makers” tendono ad avere informazioni incomplete circa la realtà effettiva del mercato che andranno a regolare, per cui necessitano di una rete di gruppi privati per colmare queste lacune.

Tale necessità di scambio intenso e continuo di informazioni deve trovare un equilibrio con l’altrettanto importante e, per certi versi, opposta esigenza di evitare che l’interesse individuale (nel senso deteriore) del termine influenzi e costringa l’azione pubblica.

Nel caso di Uber in Belgio, a Parigi e a Milano, l’equilibrio non è stato trovato, con le istituzioni da un lato arroccate su posizioni intransigenti nei confronti di un intero nuovo settore di business e dall’altro disposte a un passivo lassismo protezionista a riguardo degli abusi di potere perpetrati da lobby consolidate.

 

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