Le università italiane mostrano incoraggianti segnali positivi, con particolare riguardo all’emergere di atenei tradizionalmente considerati più piccoli, secondo quanto si ricava dagli studi compiuti dal sistema U-Multirank
U-Multirank è un tool di comparazione per istituti di studi superiori realizzato, con i fondi dell’Unione Europea, da un consorzio guidato dal Professor Dr. Frans van Vught (Center for Higher Education Policy Studies – CHEPS -, Olanda) e dal Professor Dr. Frank Ziegele (Centre for Higher Education – CHE – Germania) e comprendente il Centre for Science and Technology Studies dell’università di Leiden (CWTS), l’ Università Cattolica di Leuven, l’editore scientifico Elsevier, la fondazione Bertelsmann, Push (una guida universitaria indipendente per gli studenti inglesi) e la software house Folge 3.
Lo strumento si basa sull’analisi di fattori quali la qualità dell’insegnamento e dall’apprendimento, i risultati della ricerca e del trasferimento tecnologico, la vocazione internazionale e il livello di interazioni economiche dell’ateneo sul territorio. Il database di U-Multirank comprende più di 850 istituti provenienti da 70 paesi, valutati attraverso il ricorso a fonti differenti per poter assicurare una validazione a 360 gradi del ranking: i dati sono, caso per caso, forniti dalle istituzioni stesse, ricavati da database bibliometrici e brevettuali mondiali o raccolti da un indagine compiuta su un campione di più di 60.000 studenti.
Ciò che differenzia questo sistema di valutazione da molti altri è il fatto di non classificare gli atenei secondo un valore medio ponderato che aggreghi in un solo indicatore la competitività di un istituto: poichè l’assegnazione di pesi arbitrari ai differenti fattori in gioco si è rilevata dimostrabilmente un’operazione a rischio di gravi distorsioni anche a fronte di errori di piccola entità, si è preferito valutare ogni università secondo differenti indicatori raggruppati in cinque gruppi (è possible analizzare ogni voce di giudizio a questo link). In tal modo è possibile evidenziare le eccellenze di diversi tipi di ateneo, siano essi rivolti maggiormente alla ricerca internazionale e alle scienze applicate, o costituiscano istituti a vocazione regionale e altamente specializzati settorialmente.
Da queste statistiche emerge che, nonostante il ritardo delle università italiana rispetto alle migliori al mondo nel campo della ricerca, vi sono numerosi segnali positivi, in particolare da parte di università che di solito non godono degli onori della cronaca: secondo questo articolo del Corriere della Sera, non solo Genova si piazza al secondo posto della ricerca in Italia (subito dietro alla Università Bocconi di Milano), con ottimi risultati per quanto riguarda le pubblicazioni scientifiche, la percentuale di spesa dedicata alla ricerca ed il coinvolgimento del territorio, ma anche altre università legate a centri di medio-piccole dimensioni (Trento, Trieste, Pavia) risultano competitive a confronto dei tradizionali “giganti” di Milano, Torino e Roma.